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"Cercare e saper riconoscere chi e cosa, in mezzo all'inferno,

non è inferno,

e farlo durare, e dargli spazio.” Italo Calvino.

                         

La preghiera delle madri:

donne ebree - musulmane - cristiane, in marcia per la pace. Canzone e video.

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https://www.youtube.com/watch?v=YyFM-pWdqrY&feature=youtu.be

Mosul. Georgette, la cristiana nascosta

al Daesh per due anni

dagli amici musulmani

A messa

Gli imam: “Musulmani a messa con i cattolici”. L’appello accolto dai vescovi: “Un gesto enorme e senza precedenti”

Mondo

 

L'esortazione del Cfcm arriva dopo il "vile assassino" di padre Jacques Hamel, sgozzato il 26 luglio di Saint-Etienne-du-Rouvray, a sud di Rouen, in Normandia. In Francia e in Italia l'invito ad andare in chiesa domenica. La Cei: "Così è fuori gioco chi vuole il terrore"

di F. Q. | 29 luglio 2016

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Egidio
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Lesbo
Islamici
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Iman Monfalcone
Pietà nera
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Il_nome_di_Dio_è_misericordia
Condanna dell' ImanAbdelmajid Kinani
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Kumbaya my lordUnknown Artist
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Inno Giubileo MisericordiaUnknown Artist
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Ancora 1

 

Buone nuove in Collina ! ?

https://www.youtube.com/watch?v=KMwPs975QLc

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Nicole è morta mentre l'abbracciavo

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Il giuramento d'Ippocrate del dottor Alì

https://www.facebook.com/Repubblica/videos/10154366750926151/

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Dal circo di Cagliari ai bambini di strada del Nicaragua. Le quattro vite di Zelinda Roccia

di Valeria Gandus | 16 giugno 2016

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http://video.repubblica.it/edizione/milano/rozzano-l-ira-del-genitore-musulmano-anche-noi-festeggiamo-il-natale/220127/219327

 

Rozzano, l'ira del genitore musulmano: "Anche noi festeggiamo il Natale''

 

“Siamo venuti qui per parlare con il preside, io voglio che i miei due figli facciano la festa di Natale insieme a tutti gli altri bambini”. All’uscita di scuola Hassan, egiziano di fede musulmana, che all’istituto di via Garofani è venuto a prendere i suoi due figli richiama l’importanza del Natale anche nella fede islamica: “Noi festeggiamo il Natale in casa nostra, ma che discorso è questo che fa il preside? Io voglio che i miei figli crescano rispettando gli altri”

(video di Alessandro Puglia)


LEGGI SU REPUBBLICA.IT
 

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Piccola Fraternità del Brasile e
Progetto Piccolo Ponte  Salvador , 07- 12-2015
Carissime amiche ed amici,
Vi scrivo dopo la veglia realizzata insieme ai “clochards”, sotto un cavalcavia per ricordare il 99mo anniversario della morte del Fratel Carlo de Foucauld (ucciso in Algeria il 1º dicembre del 1916)- Ha guidata le riflessioni il discorso di Papa Francesco fatto nella veglia in piazza S. Pietro il 3 ottobre 2015. Vorrei perciò trasmettervi alcuni brani di quel discorso. Saranno queste espressioni il nostro ricordo per il Natale del 2015. Lo scorso anno (2014) ero con molti di voi nella Collina di Serdiana al lato del carissimo don Ettore e, tutti insieme abbiamo vissuto la realtà del Natale, ricordando quanto il Vangelo ci dice: “per loro in Betlemme non c’era posto”.
Ma ascoltiamo il Papa:
[...] “precisamente un anno fa in questa piazza abbiamo invocato lo Spirito Santo, chiedendo che i Padri sinodali sapessero ascoltare e dialogare avendo gli occhi fissi in Gesú, Parola definitiva del Padre e criterio di interpretazione di tutto, in questa notte, non può essere diversa la nostra preghiera. Perciò, come ricordava il Vescovo Metropolita Ignazio IV Hazim, senza lo Spirito Santo, Dio rimane lontano, Cristo è gia nel passato, la chiesa diventa una semplice organizzazione, l’autorità si trasforma in dominio, la missione in propaganda, il culto in superstizione, l’agire dei cristiani in una morale di schiavi (Cf. Discorso alla conferenza Ecumenica di Uppsala, 1968).
Ormai questa frase del Metropolita Ignazio IV, detta nel 1968, ha il timbro del Papa Francesco. Vi dirò che io, timidamente, l’usai nel 2003 in un ritiro di tre giorni per 15 coppie di sposi ai quali presentavo come tema del ritiro: “Riscoprendo la Chiesa”.
-Ma continuiamo con un’altra parte del discorso del Papa:
“La stessa storia di Gesù in mezzo agli uomini prende forma nel seno di una famiglia e, in essa, rimarrà durante 30 anni. La sua è una famiglia come molte
altre, localizzata in un remoto villaggio della periferia dell’Impero. Forse, come pochi altri, Carlo de Foucauld intuì la spiritualità che emana da Nazareth. Questo grande esploratore si affrettò a lasciare la carriera militare, affascinato dal mistero della Sacra Famiglia, della relazione quotidiana di Gesù con i genitori e vicini, dal lavoro silenzioso, dalla preghiera semplice ed umile. Osservando la Famiglia di Nazareth, il Fratel Carlo comprese la sterilità della avidità di ricchezze e di potere; attratto della vita eremitica, comprese che non si cresce nell’amore di Dio evitando le relazioni umane. Perché è amando gli altri che si apprende ad amare Dio [...]. Per capire oggi la famiglia, entriamo anche noi – come Carlo de Foucauld- nel mistero della Famiglia di Nazareth, nella vita nascosta, di rutina e comune, come è la vita della maggior parte delle nostre famiglie, con le pene e le semplici allegrie.”
-Papa Francesco continua [...]. Io mi fermo qui!
Forse molti di voi avranno letto e meditato il discorso del Papa del 3 ottobre, che io ho tradotto dal brasiliano (scusate gli errori in italiano)- Vale per augurare a tutti voi un NATALE VERO. Io passerò la notte di Natale non nella “Collina” ma con i clochards sotto...un altro cavalcavia-
Con affetto, dal mio Nazareth, un abbraccio a tutti.
Giovanni Cara
Un piccolo fratello della Fraternità Carlo di Foucauld
Con La Piccola Fraternità di Salvador-Bahia

 

Cari,
Dopo 3 anni e 7 mesi, il 27/11/2015 ho concluso un’altra tappa importante nel mio cammino: Finito il PhD in Genetica dove abbiamo datto luce a tante situazione che a causa della carenza di attenzione era immersa nel buio, silenziata dalla mancanza di speranza.
Per me diventa facile dopo la riflessione fatta da Giovanni, tratta dal discorso di Papa Francesco, scrivere su questa esperienza e riflettere il quanto questa stia in sintonia con quello che crediamo sia la proposta di vivere la chiesa dalla Piccola Fraternità. Per me (essendo Piccola Fraternità), scrivere gli obiettivi e metodologie di questo progetto di dottorato è stato un percorso naturale, implicito, dove la responsabilità cristiana non poteva stare nascosta e gli “occhi fissi in Gesú” un critério per non lasciare oscurare dal puramente scientifico le situazione di inumanità, povertà, vulnerabilità vissuta dai nostri “soggetto di ricerca”.
Una tesi di dottorato è il risultato di una costruzione, nel nostro caso, "Costrutto + azione", il risultato della percezione formata dalla combinazione di evidenza dei problemi (pazienti con epilessia, epilessia e genetica, epilessia famigliari, mancanza di diagnostica) e ipotesi basate sullla conoscenza scientifica e sull’esperienze fatte con l'impatto che questi tipi di condizione causano, principalmente ai pazienti e alle loro famiglie.
Sono contenta di aver avuto la possibilità di contemplare in questa tesi le due facce critiche del problema (la genetica e il sociale). Non potrebbe essere altrimenti, perché c'è una confluenza della biologia, delle scienze sociali, dell'etica e della legge quando sono identificate malattie che coinvolgono genetica ed ereditarietà. Se non fosse stata seguita questa strada non sarebbe stato Giusto.
Una costruzione non è un lavoro solitario, individuale. Questa tesi è stata il riassunto della collaborazione di molte persone: senza la guida e direzione della Dott.ssa Maria Betania Toralles; Dott.ssa. Marielza Veiga; Dr. Federico Zara e la partecipazione dei pazienti e delle loro famiglie che hanno accettato di far parte di questa ricerca non sarebbe successo niente. Naturalmente, compilare tutto questo è stato possibile per la base di formazione iniziale ricevuta da persone come Dott. ssa Angiolina Garau e Franca Dagna Bricarelli.
Grazie:
- Al nostro gruppo di ricerca "Epi-genetica" uno dei pilastri di questa costruzione;
-Alla Piccola Fraternità/Progetto Piccolo Ponte, i pilastri di sostegno logistico ed economico, la finestra per visione sociale e richiamo per la carità (e con essa tutti gli amici che la sostengono economicamente, moralmente e spiritualmente);
-Al Laboratorio Neurogenetica presso l'Ospedale Gaslini di Genova, per aver sostenuto questo progetto;
-Alla TISCALI che ha sponsorizzato e aiutato nei costi dei test, perche ha creduto in noi;
-Al nostro TRIFOGLIO DI SOLIDARIETÁ: Milvia, Gabriella e Carla LECCA, una famiglia che ha abdicato dalla loro risorse per aiutare altre famiglie, un esempio di distacco, carità e impegno sociale, che ci aiuta a riflettere su la necessità di “Riscoprire la Chiesa” per che: “Dio non rimanga lontano, Cristo non sia già nel passato, la chiesa non sia una semplice organizzazione, l’autorità non si trasformi in dominio, la missione non sia una propaganda, il culto non sia superstizione e l’agire dei cristiani non si trasformi in una morale di schiavi”
Questo nostro progetto é stato indicato come un progetto modello per azioni di Sanità Pubblica, lo che conferma che i nostri obiettivi sono stati raggiunti.
Questo non è soltanto un lavoro di Rita Maria, questo è una delle azioni dalla Piccola Fraternità, un pizzico di lievito nell'impasto scientifico per che non possiamo continuare a ripetere “per loro in Betlemme non c’era posto”.
Continuiamo a lavorare con i ragazzi, in questo tempo abbiamo un gruppetto di 35 diviso entro mattina e sera. Quattro di questi abbiamo accompagnati anche a livello di inserimento nella scuola, con una borsa studio.
Il prossimo mese inizieremo una nuova esperienza: accompagnare nello sport tre ragazzi con disabilità intellettiva (due psichiatrici) e una ragazza con iperattività con gravi problemi comportamentali. Stiamo rispondendo a una richiesta da parte dei genitori che cercano posto per loro, e anche se siamo con un numero ridotto di operatori (attualmente
Joselito Barbosa, Antonio e due volontari) non possiamo più negare questa accoglienza perche per questi non c´e posto neanche all´interno della loro famiglie.
Sarà tutto nuovo ... Vi chiediamo di accompagnarci in questa sfida !!!!
Grazie ancora a voi ed un Natale di pace, ma sopratutto de riflessione per tutti noi!!!!
Rita Maria Alves
Con la Piccola Fraternità/Piccolo Ponte

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Spot contro il terrorismo - http://video.corriere.it/spot-compagnia-telefonica-araba-contro-terrorismo-brividi/113bb1d0-43aa-11e7-b108-f8a0cce08e60

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Operaio malato di tumore: http://notizie.tiscali.it/cronaca/articoli/operaio-malato-tumore/

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Zelinda
I tre santi di BanguiUnknown Artist
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Alì
Nicole
Collina
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