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Alla madre della vita


Sappiamo che il tuo nome è "Piena di grazia".

L' angelo non ti chiama neppure "Maria";

la tua essenza è ormai rivelata;

tu sei il riassunto della creazione come Iddio la pensava:

armoniosa, bellissima, pacificata.

Tu non sei neppure la concepita immacolata

ma la stessa Immacolata Concezione, lo schema universale

della santità delle cose.

Ma tu eri avanti di ogni cosa, termine fisso

del pensiero divino: per te la terra ritornava a essere

l’Eden ove Iddio avrebbe ripreso a passeggiare

e a dialogare con l’uomo e a godere della sua creazione.

Appunto perché Immacolata Concezione,

in te la creazione si rispecchiava finalmente santa e pura,

non esistendo in lei il male, ma soltanto in noi,

in questa zona oscura delle volontà umane,

unico spazio di frattura fra Dio e la sua opera.

Perciò il tuo Figlio, pienezza dei tempi, e tu,

creazione che ritorna a giocare davanti a Lui,

e a comunicare a Lui e a noi la gioia dell’essere e dell’esistere.

Donde il suo piacere di ritrovarsi con i figli degli uomini.

Per questo l’angelo ti saluta già madre,

quasi tu fossi stata sempre madre,

quasi tu fossi la “madre Terra” che finalmente riesprime

dal proprio seno Iddio stesso che l’ha concepita.

Perché tu eri pensata, concepita, generata, allevata

sempre e solo quale madre: madre di Dio e,

perché madre di Lui che viene a redimerci,

finalmente anche madre nostra;

neppure madre dei viventi, ma addirittura madre della stessa vita.

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