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Carissimo mons. Miglio mio vescovo e pastore

Mons.Arrigo Miglio

Arcivescovo di Cagliari

< arcivescovado segreteria@diocesidi cagliari.it >

Carissimo mons. Miglio

mio vescovo e pastore,

le scrivo dopo lunga riflessione per dirle che,mio malgrado,non

parteciperò domani 19 c.m. alla Giornata Diocesana del Lavoro e della Solidarietà,pur avendo gradito moltissimo il suo invito personalizzato, inviatomi dalla sua Segreteria e dallo stimato

don Giulio Madeddu , responsabile diocesano della pastorale sociale e del lavoro.

Porto ancora impresse nella mente e nel cuore le parole che Papa Francesco ha voluto

rivolgere prima di tutti ai lavoratori ed ai responsabili sindacali nel Largo Carlo Felice nel suo incontro con la città di Cagliari domenica 22 settembre 2013.

Papa Francesco,dopo aver parlato a braccio seguendo l’impulso del suo cuore di padre,si è

rivolto a lei per affidarle come Arcivescovo di Cagliari e Presidente del Conferenza dei

Vescovi della Sardegna il discorso scritto da lui e preparato con cura, che non aveva letto,ma

che sottolineava voler affidare a lei “come se l’avesse pronunciato”…

Mi permetto di dirle che rimasi deluso,Eccellenza,del suo disimpegno nel diffondere questo importante scritto,pubblicato immediatamente sul quotidiano La Nuova Sardegna e mai sul settimanale Diocesano Il Portico,ma solo un anno dopo nel bel libro “Papa Francesco a Cagliari”

nell’edizione del mese di Agosto 2014 e di non aver organizzato su di esso un vero e proprio Convegno,come io stesso le suggerii in occasione di una precedente edizione della Giornata Diocesana del Lavoro, tenutasi nei locali del Lazzaretto di S. Elia in Cagliari.

Nel mio impegno sindacale,ovunque mi trovi,cito sempre questo discorso scritto di Papa

Francesco ed in particolare l’ultima parte,che il padre benedettino del Monastero di S. Pietro

di Sorres P. Bruno Masala - prima di morire- mi confidò essere la risposta al quesito che mi ero permesso di porre al Papa nel mese di agosto prima della sua visita a Cagliari (cfr. lettera del

22 agosto 2013 qui allegata). Quesito dirimente per la situazione del lavoro in Sardegna dove

in particolare non si sa vincere la contraddizione Lavoro/Ambiente e si continua ad accettare

-in nome e nella stringente necessità e bisogno- ogni sorta di lavoro,anche se schiavo e portatore

di malattie e morte,quand’anche fosse orientato,come sempre più spesso, al non rispetto del

creato ed alla distruzione dell’ambiente.

Ora Papa Francesco a Cagliari il 22 settembre 2013 ,anticipando il contenuto della stupenda Enciclica “Laudato Si’ del 24 maggio 2015,scriveva :

“…un lavoro dignitoso per tutti. Una società aperta alla speranza non si chiude in se stessa, nella difesa degli interessi di pochi, ma guarda avanti nella prospettiva del bene comune. E ciò richiede da parte di tutti un forte senso di responsabilità. Non c’è speranza sociale senza un lavoro dignitoso per tutti. Per questo occorre «perseguire quale priorità l’obiettivo dell’accesso al lavoro o del suo mantenimento per tutti» (Benedetto XVI, Enc. Caritas in veritate, 32). Ho detto lavoro “dignitoso”, e lo sottolineo, perché purtroppo, specialmente quando c’è crisi e il bisogno è forte, aumenta il lavoro disumano, il lavoro-schiavo, il lavoro senza la giusta sicurezza, oppure senza il rispetto del creato, o senza rispetto del riposo, della festa e della famiglia, il lavorare di domenica quando non è necessario. Il lavoro dev’essere coniugato con la custodia del creato, perché questo venga preservato con responsabilità per le generazioni future. Il creato non è merce da sfruttare, ma dono da custodire. L’impegno ecologico stesso è occasione di nuova occupazione nei settori ad esso collegati, come l’energia, la prevenzione e l’abbattimento delle diverse forme di inquinamento, la vigilanza sugli incendi del patrimonio boschivo, e così via. Custodire il creato, custodire l’uomo con un lavoro dignitoso sia impegno di tutti! Ecologia… e anche “ecologia umana”!

Eccellenza,mi perdoni se non sarò presente,ma voglio evitare un discorso duro che vorrei

sentisse il Sindaco dr. Salvatore Mattana,rieletto più volte, ben voluto nel paese,ma non

sempre sufficientemente attento-pur essendo medico di professione- al disastro presente

tra i suoi concittadini di Sarroch che nel 2007 avevano un’altissima percentuale di tumori

(su 100 morti ben 37 sono morti di tumori alle vie respiratorie ) a causa dell’emissioni

pericolosissime di polveri sottili e nano particelle dai camini della Saras ,una delle maggiori raffinerie del Mediterraneo di proprietà dei fratelli Moratti,che hanno contribuito con la loro generosità ad elevare una specie di” cattedrale” al centro del piccolissimo paese di Villa S. Pietro,che il 26 maggio 2009 ha pianto tre operai, Bruno Muntoni,di 56 anni, Daniele Melis

di 29 e Pierluigi Solinas di 27,morti a causa dell’esalazione di azoto in una cisterna della

Saras non bonificata.

Per la loro morte i fratelli Moratti hanno risarcito le singole famiglie con 30 mila euro,ben

poca cosa se si considera che per un giocatore dell’Inter gli stessi sono disposti a spendere miliardi.

Carissimo monsignore,mio vescovo e pastore,

ci aiuti a vincere in Sardegna la contraddizione lavoro/ambiente e si schieri sull’esempio

di Papa Francesco a favore del lavoro buono,rispettoso della persona umana,del creato,del dell’ambiente e del territorio, che nella nostra isola è piu’ inquinato della terra dei fuochi della Campania che segue la Sardegna con i suoi 354 mila ettari inquinati,mentre la nostra isola

detiene il triste primato di ben 445 mila ettari inquinati ( dati del Ministero dell’Ambiente ).

La battaglia comune non deve essere solo contro il tentativo di imporre alla Sardegna il Deposito Unico Nazionale delle Scorie radioattive,su cui lei e tutti i Vescovi della Sardegna si sono

espressi decisamente contro. Ma i Vescovi e la Chiesa Sarda deve essere in prima linea a difesa

dell’ambiente contro la riproposizione di Centrali a Carbone ed Industrie fortemente inquinanti

come l’Eurallumina che ha prodotto il disastro ambientale delle colline e del bacino a mare

dei fanghi rossi in parte per fortuna posto sotto sequestro dalla Magistratura,ma che la Rusal

( attuale proprietaria della Fabbrica ) e purtroppo gli stessi operai insieme a molti sindacalisti chiedono di dissequestrare con l’autorizzazione di sopraelevare le colline inquinate di ben

altri 25 metri. Anche il disastro ambientale è peccato mortale.

Mi benedica.

Cagliari,18/03/2016

Il Segretario Generale della CSS

Dr Giacomo Meloni

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