top of page

Eroi lontani, sconosciuti e dimenticati

Genova - L’immigrato che salva due bambini e poi annega, vale una notizia a una colonna. Se la vale. L’immigrato che stupra, invece, può finire in apertura di giornale

Di Augustin Affi, invece, non sa niente nessuno. Originario della Costa d’Avorio, 21 anni, capocannoniere del Vecchiazziano che grazie ai suoi gol aveva appena portato alla promozione in seconda categoria, mercoledì era sulla spiaggia di Lido di Classe, a Ravenna, quando due bambini di 8 e 11 anni rischiano di scomparire tra i flutti. Augustin si getta in mare, li trae in salvo sugli scogli, ma poi rimane incastrato in una buca e muore: non sono bastati 45 minuti di respirazione artificiale. Il comune di Forlì ha pagato funerali e rimpatrio della salma, aprendo una sottoscrizione. Il Gruppo umanitario Everyone ha chiesto per lui al presidente Napolitano la medaglia d’oro al valor civile, che verrà concessa al ventottenne italiano Marco Colombani, protagonista appena due giorni fa, poco lontano dalla spiaggia di Augustin, dello stesso sacrificio.

Il filone degli immigrati che hanno salvato altri bagnanti dall’annegamento è straordinariamente fertile. Il 18 giugno del 2003 Mohammed Abidid, 45 anni, si tuffa nel tratto di mare davanti ad Agrigento per riportare a riva una mamma con il suo figlio di cinque anni. A missione compiuta si abbandona sulla spiaggia stremato. Ma c’è un altro bimbo di cinque anni che scivola dagli scogli, e il padre, che non sa nuotare, urla disperato. Mohammed si rituffa ma stavolta non ce la fa. Il suo corpo e quello del bambino vengono riportati a riva cadaveri pochi minuti dopo. Nessun ministro, nessun uomo politico presenziò al suo funerale. Mohammed riposa dimenticato.

Alla vigilia di ferragosto del 2004, a Castagneto Carducci, in provincia di Livorno, l’eroe è un muratore senegalese di 27 anni, Cheik Sarr. C’è qualcuno, al largo, che grida aiuto. Cheik si butta, lo riporta in salvo, ma anche lui non resiste allo sforzo e muore. L’uomo, un italiano, una volta portato a riva se la dà a gambe. Due anni dopo, all’Argentario, la baby-sitter honduregna Ines Palcios Cruz salva la bimba che le era stata affidata, Letizia, che faceva il bagno nonostante il mare molto mosso. Alla fine viene travolta da un’ondata poderosa e annega. Era una clandestina, Ines, e stavolta arriva, alla memoria, la medaglia d’oro del Presidente della Repubblica. Due giovani immigrati, probabilmente clandestini anche loro, nel settembre del 2006 salvano due fratellini dalle acque del Lago d’Iseo: la madre, Anna Carrara, li ringrazia e loro spariscono via, per timore di finire nei guai.

Ma la storia più paradossale è quella che ha per protagonista un altro tunisino ventisettenne, Naser Othman. Tunisino si fa per dire, perché è nato in Italia, vi ha vissuto 12 anni e poi ha seguito il padre per lavoro. Tornato da noi maggiorenne, fa il manovale a Vasto e salva, tra gli applausi degli astanti, tre ragazzi che stavano annegando sul litorale abruzzese di Castelbordino. Ma in precedenza era stato espulso come clandestino e non basta l’atto eroico a evitare che il provvedimento si perfezioni. La notizia, pubblicata da La Stampa, arriva al ministro dell’Interno Giuliano Amato che blocca l’espulsione. Doppia conclusione. Primo, alle volte i giornali sanno rendersi utili. Secondo, gli ostacoli alla cittadinanza, per i figli di immigrati nati in Italia, vanno rimossi al più presto.

Featured Posts
Post recenti
Search By Tags
Follow Us
  • Facebook Classic
  • Twitter Classic
  • Google Classic
bottom of page